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martedì 27 aprile 2010

La crisi greca a ritmo di tango?


Immagine a corredo dell'articolo - La  crisi greca a ritmo di tango? - miaeconomia.leonardo.it

Chissa' se un giorno parlando dei guai della finanza pubblica della Grecia il caso non verra' accostato a quello di inizio millennio visto in Argentina, che porto' a una devastante crisi e perfino alla bancarotta del paese sudamericano. Gia', perche' gli ingredienti sembrano esserci tutti per fare un parallelo tra le due storie, fatte salve le particolarita' dei due casi.

Comunque, anche allora, alla fine degli Anni 90, divento' chiaro che Buenos Aires stava andando dritto in un baratro, ci furono gli aiuti massicci miliardari da parte del Fondo monetario e dalla Banca Mondiale (in dollari) per salvare il paese. Il tutto, condito con pesanti misure di austerita' volute dal governo in parallelo a misure fiscali piu' pesanti. Mosse che non evitarono quel default che molti piccoli investitori stanno pagando ancora oggi.

Le condizioni greche non sembrano molto lontane da quella storia. Anche Atene sta per ricevere massicci aiuti e sta lanciando misure drastiche sul fronte dei conti pubblici (piu' tasse, meno spese) che hanno fatto scatenare la reazione dei sindacati (come accadde in Argentina).

Un'altra similitudine: entrambi i paesi avevano adottato una moneta molto forte (l'Argentina era legata al dollaro con un cambio 1 a 1. La Grecia ha l’euro) senza avere nessun controllo sulla politica monetaria della valuta di riferimento. Perche' anche Atene non controlla di certo le decisioni della Bce sull'euro, ad esempio sui tassi, sul capitale circolante, eventuali svalutazioni e cosi' via.

Il tutto combinato con una gestione dei conti pubblici quanto meno allegra rispetto ad altri paesi piu' virtuosi, porta a un quadro molto simile a quello sudamericano, con l'aggravante che la moneta di riferimento si e' pesantemente sopravvalutata con problemi di competitivita' nel commercio internazionale.

Anche gli investimenti esteri, dopo un primo afflusso piu' deciso, hanno invertito la rotta proprio in concomitanza del rafforzamento euro in combinazione con conti pubblici sempre traballanti.

A proposito, anche l'Italia non sembra molto lontana per caratteristiche - euro, deficit, svalutazione mancata, fisco traballante, investimenti esteri, export - alle due storie.

E non c'e' niente da fare, perche' una volta il governo greco avrebbe potuto tentare di controbilanciare la situazione praticando una massiccia svalutazione della dracma (come si e' fatto tantissimo in Italia con la lira) per riportare forza al commercio estero, ora il governo di Atene non puo' piu' fare una cosa del genere. Almeno finche' resta nell'euro.

fonte: http://miaeconomia.leonardo.it/

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