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giovedì 11 giugno 2009

Paradossale

Wirepullers: scarsa personalità della leadership, immigrazione massiccia, astensionismo...ecco alcune delle cause che avrebbero determinato la débacle delle sinistre in Europa e in Italia, alle elezioni del 7 giugno. I perchè di una sconfitta pesante di quella metà del parlamento che non sa più trovare una linea comune o anche solo una linea, che non sia unicamente demonizzare l'avversario politico (soprattutto in Italia). (1)

Già altre volte mi sono chiesto verso dove si dirigesse la sinistra, e oggi ho la risposta: lì da qualche parte, umiliata, a contare i miseri voti raccolti e a cercare le cause della loro esiguità. Quella che è arrivata ad essere, in passato, una della più grandi speranze dell’umanità, capace di mobilitare le volontà facendo semplicemente appello a quello che di migliore caratterizzava l’essere umano, e che col passare del tempo è riuscita a creare i cambiamenti sociali e i proprio errori, le sue stesse perversioni interne, ogni giorno più lontana dalle promesse originarie, assomigliando sempre di più agli avversari e ai nemici, come se fosse l’unica maniera per farsi accettare, ha finito per ridursi in pantomima di se stessa, in cui concetti di altre epoche sono stati utilizzati per giustificare azioni che questi stessi concetti combattevano. Scivolando progressivamente verso il centro, azione proclamata dai suoi promotori come la dimostrazione di una genialità tattica e di una modernità inappagabile, la sinistra sembra non aver capito che si stava avvicinando alla destra. Se, nonostante tutto, è ancora capace di imparare dalle lezioni, questa appena presa vedendo la destra superarla in tutta Europa, dovrà interrogarsi, rispetto a ciò che resta delle loro proposte, sulle cause profonde dell’allontanamento indifferente delle sue fonti naturali d’influenza, i poveri, i bisognosi, ma anche i sognatori. Non è possibile votare a sinistra se la sinistra ha smesso di esistere.
Curiosamente, e questo è il paradosso, il politico a cui si riferisce il titolo di questo testo, è esattamente colui che in questo momento presiede il paese che per tantissimo tempo ha sviluppato una politica imperialista e conservatrice: Barack Obama. Dà da pensare. Una politica che, come ho già detto, non pretende niente di più che salvare i mobili di un capitalismo senza regole che era sul punto di divorare se stesso, ci sembra adesso, quasi quasi, come la realizzazione di un sogno di sinistra. Assodato che molta gente, progressista, socialista, comunista, è lì a chiedersi: “E se Obama fosse il segretario del mio partito?” Forse sono le situazioni come questa che vengono chiamate ironia della Storia… forse, semplicemente, si tratta dell’importanza del fattore personale.

Autore: Jose Saramago
Fonte:www.quadernodisaramgo.wordpress.com

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